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Indumenti, scarpe, pettorali e altro ancora.

Recenti avvenimenti hanno posto in evidenza l’importanza dell’abbigliamento nelle competizioni, e determinato anche la squalifica di chi ne aveva ignorato l’importanza. In tutte le gare i concorrenti debbono usare elementi puliti, confezionati ed indossati in modo irreprensibile. Inoltre i concorrenti non debbono indossare indumenti che possano impedire il controllo dei giudici. (Regola 143 RTI) .A tal fine anche le cerimonie di premiazione  sono considerate parte della competizione. Con il conseguente obbligo per gli atleti di presentarsi alla premiazione con l’abbigliamento indossato in maniera irreprensibile. Un atleta può correre anche a piedi nudi, oppure con uno o ambedue i piedi calzati; le scarpe non devono dare alcun aiuto supplementare, compresa l’inclusione di ogni tecnologia che fornisca qualsiasi vantaggio sleale. Il  massimo dei chiodi presenti in ogni scarpa non può superare il numero di 11, mentre i chiodi non possono superare la lunghezza dei 9 mm. Nelle gare di salto in alto e nel lancio del giavellotto il chiodo può arrivare a 12 mm, fermo restando il numero massimo come sopra indicato. I pettorali devono essere indossati come sono conformati, e non possono essere tagliati, piegati o nascosti in alcun modo. La pretesa di taluno di ridurne le dimensioni o cancellare gli eventuali sponsor deve essere sanzionata, prima con il richiamo finalizzato al ripristino del pettorale nelle condizioni iniziali e in caso di rifiuto con la squalifica. Trattandosi di pettorali essi debbono essere sistemati sul petto, con esclusione di ogni altra collocazione. L’abitudine di posizionarli in posizione ventrale o addirittura inguinale deve essere immediatamente sanzionata con il richiamo e, se reiterata o prolungata, darà luogo alla squalifica. Il pettorale deve essere sempre visibile, e qualora per carente sistemazione (mancanza di numero adeguato di spille o altro) o per  comportamenti posti in essere dall’atleta, ad esempio sollevando le mani e coprendo il numero  per bloccare il cronometro, non dovesse essere immediatamente e completamente visibile, i giudici non rileveranno il passaggio o l’arrivo dell’atleta, con l’adozione di  un provvedimento disciplinare per l’inosservanza della Regola 143. Il numero è nella disponibilità e responsabilità  dell’atleta e pertanto lo smarrimento o la distruzione dello stesso durante la competizione esclude la possibilità per i giudici di rilevare il passaggio o l’arrivo e comporta l’esclusione dell’atleta dall’ordine d’arrivo. Una particolare attenzione deve essere riservata all’obbligo di indossare, in ogni manifestazione, la maglia sociale, così come stabilito dall’art. 9.8  delle Norme per l’Organizzazione delle Manifestazioni 2014. L’obbligo sussiste per tutte le manifestazioni, e non solo per quelle di Società; il mancato rispetto di questa regola non impedisce all’atleta di prendere parte alla competizione, ma comporta una ammenda a carico della Società. Il Giudice, accertata la mancanza della maglia sociale, chiederà all’atleta di sottoscrivere il modulo relativo e gli consentirà la partecipazione alla gara. Solo qualora l’atleta si rifiuti di sottoscrivere  il modulo dovrà richiamarlo e qualora persista nel rifiuto dovrà escluderlo dalla competizione per comportamento irregolare. Il modulo, compilato dal Giudice e sottoscritto dall’Atleta sarà trasmesso al Comitato Regionale per l’applicazione alla Società della sanzione economica prevista.

Nota aggiuntiva

Come indicato al momento in cui si è intrapresa questa iniziativa di divulgare le norme del R.T.I., sui cui contenuti esistono ancora molte cose da esporre, si vuole consentire ai soggetti interessati di proporre quesiti o domande, con esclusione di problematiche relative a fatti accaduti e già decisi definitivamente, in mancanza di reclami o per decisione sugli stessi. A tal scopo è stata attivata la  cartella di posta elettronica  giuseppespanedda@fidalsardegna.it alla quale potranno essere indirizzate le richieste. L’apertura della casella di posta è subordinata  alla identificazione del mittente, che deve necessariamente essere un tesserato o una società affiliata FIDAL, e alla proposizione dei quesiti in maniera chiara. Non sarà dato riscontro a comunicazione anonime o con nickname o pseudonimi, mentre saranno rimessi alla Magistratura Ordinaria o agli Organi della Giustizia Sportiva gli scritti offensivi o diffamatori. La casella di posta elettronica potrà essere chiusa in qualunque momento, ove se ne verifichi l’inutilità o qualora si riscontrino comportamenti non in linea con le norme del vivere civile.

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